antipasti e aperitivi

Ravioloni ripieni di piantaggine e salvia selvatica

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Per cambiare li ho chiamati ravioloni ma sono tortine salate, fatte col solito impasto semplice e leggero che faccio da anni in diverse varianti, ripiene di erbe spontanee raccolte da me, due delle mie preferite, salvia selvatica e piantaggine media.

Una cosa molto simile l’ho fatta con malva e mentuccia, con poche differenze.
Queste sono più integrali e hanno i pomodorini secchi nel ripieno.

 

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Questo ripieno è perfetto anche per dei ravioli.
L’impasto lo si può usare anche per dei crackers.
Se non si hanno a disposizione erbe spontanee si possono usare biete o spinaci con l’aggiunta di salvia officinale in piccola quantità.
Di solito faccio una torta grande tonda. Fare delle tortine a mezzaluna però è più comodo per fare regali o per portarsele ovunque, in pic nic, in ufficio, dove si vuole.
L’acqua di bollitura delle erbe non buttatela! Usatela per minestre, per cuocere cereali, aggiungete il sale e cuocetevi la pasta, o se proprio non vi va di riutilizzarla in cucina usatela per innaffiare le piante.

 


Ravioloni ripieni di piantaggine e salvia selvatica

Per il ripieno:
abbondante salvia selvatica e piantaggine media
pomodorini secchi (non li ho ammollati e non erano sott’olio)
olio extra vergine d’oliva
sale integrale
fieno greco tritato
semi di finocchio tritati
lievito alimentare in scaglie
mandorle tritate
semi di girasole tritati

Ho cotto per 2 minuti in acqua bollente la piantaggine e la salvia (più o meno in parti uguali).
Ho passato poi le erbe tagliate a striscioline e i pomodori secchi tagliuzzati in pezzetti piccoli in padella per una decina di minuti con olio, sale, fieno greco e semi di finocchio (se asciugano troppo basta aggiungere un po’ di acqua di bollitura).
Alla fine ho aggiunto mandorle, semi di girasole e lievito, ho mescolato bene e fatto raffreddare.

Per la pasta:
250 gr di farina *
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
1 cucchiaio di aceto di mele
1 presa di sale
1 pizzico di bicarbonato
acqua q.b.
* – ho usato metà setaccio (semi-integrale) e metà sapori antichi (farro, enkir, segale e kamut), tutte e due del mulino marino

Ho impastato e messo in un sacchettino in frigo per un paio d’ore. A volte faccio così, a volte cuocio subito, il riposo in frigo rende l’impasto più facile da stendere e più croccante.
Quando ho tolto dal frigo ho lasciato scaldare a temperatura ambiente e poi ho fatto delle palline, ho steso col mattarello, farcito col ripieno di erbe spontanee, chiuso a mezzaluna passando sul bordo con la forchetta, pennellato con olio e messo in forno a 175 gradi per mezz’oretta circa fino a leggera doratura.


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