Niente fave e niente piselli. Questo è il mio pranzo di oggi.
Ieri sul lago ho raccolto i fiori di acacia.
Di solito ci si fan le frittelle ma sono buonissimi anche in preparazioni salate.
La crema di ceci non è altro che farina di ceci sciolta nell’acqua di cottura della pasta. E’ il metodo con cui i vegan fanno la finta carbonara, mi piace molto e spesso aggiungo un po’ di farina di ceci ai sughi, per addensare ma non solo.
Come evitare che le ricette vegan sembrino sempre mancanti di qualcosa. Per chi non è abituato non è semplice.
Questo è uno dei trucchetti.
Un altro è il parmigiano vegan, un trito fine fine di mandorle tritate che può avere tante varianti (con lievito in scaglie, semini vari, altri semi oleosi) e che col parmigiano vero ha in comune l’alto valore nutrizionale, con la differenza che non contenendo proteine animali non porta alla dispersione del calcio (particolare da non trascurare per chi vuole prevenire l’osteoporosi).
Ma in questi spaghetti non l’ho usato per cui non divaghiamo
Spaghetti integrali con fiori d’acacia e crema di ceci
spaghetti integrali di farro
una manciata di fiori d’acacia
olio e.v.o.
semi di anice
un pizzico di sale integrale
farina di ceci
aneto fresco tritato
acqua di cottura della pasta
tutti gli ingredienti che ho usato sono biologici
Ho fatto appassire nell’wok i fiori con l’olio extra vergine d’oliva, ho sparso qualche seme di anice e salato, basta un minuto.
Nel frattempo, quando la pasta era quasi cotta, ho tolto un mestolo e mezzo di acqua di cottura e ci ho sciolto un cucchiaio di farina di ceci in una ciotolina.
Ho aggiunto la pasta scolata ai fiori in padella e ho mescolato bene, ho aggiunto anche la crema di ceci e ho cotto un minuto (deve essere liquida perchè poi si addensa in padella, se s’addensa troppo basta aggiungere un po’ di acqua della pasta).
Ho aggiunto il trito di aneto e qualche fiorellino crudo.
Gli spaghetti integrali di farro sono la mia pasta preferita, sono prodotti da farro coltivato in italia e biologici.
Non mangerei mai una pasta integrale non biologica (piuttosto è meglio qualsiasi pasta di semola bianca del super) e mi piace sapere da dove viene il grano, che sia farro o grano duro. In Italia abbiamo tanti produttori che usano cereali locali facendo anche fatica a battere la concorrenza di pastai “italiani” meno onesti di loro. Non c’è nessun bisogno di comprare pasta da chi importa la fondamentale materia prima da chissà dove fingendosi made in italy ma contribuendo al dissesto agricolo di questo paese.
Fine della predichetta, buon week end
Azabel
18 maggio 2012 at 12:30aehm, io questa cosa della farina di ceci mica la sapevo. Come vegan faccio proprio schifo
Sara I° lab
18 maggio 2012 at 13:32Ciao Stella,
bella ricetta, originale e un po’ fuori dal coro di tutti i blog di cucina.
A proposito della farina di ceci, la compri già fatta o parti dai ceci interi e li polverizzi con un frullino potente? Si può fare, presumo, no?
A proposito dell’origine dei grani con cui si fa la pasta, sto anch’io cercando di eliminare quella convenzionale, scegliendo grani bio, anche se non per forza integrali.
Domanda: dove si trova l’informazione sulla provenienza dei grani? Sui sacchetti di Pasta Voiello che ho in casa non ho trovato nessuna notizia in proposito e nemmeno sul loro sito internet (che peraltro mi ha lasciato molto perplessa, quanto a “tanto fumo, niente arrosto”…).
Se hai informazioni su come risalire alla provenienze, mi dai qualche dritta?
Grazie mille e buon week-end,
Sara I° lab.
stelladisale
18 maggio 2012 at 14:46alice, ah si? ma dai figurati
sara, ciao, tutto bene?
la farina di ceci l’ho presa al mulino marino, se è poca forse si può usare un macinacaffè, magari il bimbi? non so…
come pasta io uso sempre alce nero e loro lo scrivono sulla confezione, ho comprato anche libera terra anche se non è integrale e loro usano il loro grano, altre marche magari lo puoi chiedere a un servizio clienti ma secondo me quelli che usano grano italiano lo scrivono…
buon we anche a voi
Sara I° lab
18 maggio 2012 at 14:50Ciao Stella,
tutto bene, grazie. Tutto come il solito.
Ho pensato anch’io al Bimby…
Per quanto riguarda il grano, anche secondo me, chi usa grano italiano lo scrive… L’assenza totale di informazioni sulla pasta Voiello mi fa pensare male.
Proverò a scrivere, cmq, per vedere come si comportano
Alla prossima,
Sara I° lab
brii
18 maggio 2012 at 16:50Non ci avevo mai pensato di usare i fiori di acacia in piatti salati.
Questo lo devo proprio provare!!
Sara, se hai un mulino nelle vicinanze prova chiedere a loro. Dove vado io, vendono sia farina bio che pasta bio.
I “miei” mugnai stanno molto attenti da dove arrivano i loro prodotti.
Per i ceci, non più di 200gr alla volta nel Bimby.
Buon we
baciuss
stelladisale
18 maggio 2012 at 17:12brii, è la prima volta che ci provo, sono buonissimi, un po’ dolcini, l’anno scorso forse avevo fatto un riso integrale con quelli di sambuco… buon we
Elena
18 maggio 2012 at 19:03Fantastico suggerimento quello dei fiori di acacia e anche quello della crema di ceci (i vegan che conosco io usano il tofu sbriciolato con zafferano o curcuma per fare la pasta finta-carbonara…)
stelladisale
18 maggio 2012 at 19:14ahah sta a vedere che alla fine la so solo io ‘sta cosa, ma sembra proprio uovo, con l’amido di cottura della pasta da una bella vischiosità… non partecipi a salutiamoci? può partecipare anche chi non ha un blog
Lo
18 maggio 2012 at 20:08bhe ci provo di sicuro…sia ad usare i fiori di acacia sia di usare la farina di ceci come finto uovo da carbonara
stelladisale
18 maggio 2012 at 20:21grazie Lo buon we
marcella
19 maggio 2012 at 13:01Ciao! Anch’io sapevo del tofu con curcuma per simulare l’uovo della carbonara e questa della farina di ceci mi giunge nuova, ma ben venga!
L’ultima volta che ho fatto gli spaghetti integrali di farro, mi si sono rotti tutti , tra l’altro ottima marca di pasta bio (la terra e il cielo). Spero sia stato il pacco che ha preso qualche botta, e non la consistenza della pasta.
Per quanto riguarda i grani, chi usa quello italiano lo scrive sulle confezioni!
So per certo (da persone che ci lavorano) che la Barilla usa grani esteri, in particolare canadesi, pieni di aflatossine e altre schifezze!
stelladisale
19 maggio 2012 at 13:41Marcella, mi sa che non ha preso nessuna botta, la pasta della terra e il cielo non è un gran chè, non tiene la cottura e si rompe, e non mi piace neppure il sapore, io uso ormai solo alce nero bio, sia di semola integrale che di farro integrale…
si, devono essere tipo quelli nelle stive delle navi pieni di muffa che han fatto vedere a report mica solo la barilla…
Sara
21 maggio 2012 at 08:40Ah i fiori di acacia..quando due o tre anni fa ne feci una torta, ricordo che ne mangia a mnaciate cridi, sono troppo buoni!Apprendo anch’io questo trucchetto della farina di ceci, segno segno, bacioneeeeee
stelladisale
21 maggio 2012 at 11:04saretta, vero, sono buoni anche crudi, pensare che c’è pieno dappertutto e nessuno li mangia… bacioni
Cla
22 maggio 2012 at 15:52la bellezza della prima foto mi ha fatto strizzare gli occhi e aguzzare la vista…i fiori di acacia mi sembravano mandorle a lamelle. Poi ho letto grazie per i consigli e i predicozzi ci vogliono per imparare
*
Cla
stelladisale
22 maggio 2012 at 16:21grazie claudia per tutto… baci baci
simoff
23 maggio 2012 at 08:42è sempre una gioia dei sensi leggere le tue ricette..arrivano i sapori, i profumi e la buona terra da cui provengono…
io per ora incamero chi sa se poi riuscirò a produrre qualcosa anche io…
stelladisale
23 maggio 2012 at 11:33grazie simoff, ma certo, ci conto
marcella
24 maggio 2012 at 07:48Grazie Stella per i suggerimenti delle paste.
A me della terra e il cielo piacciono in particolare modo le farfalle integrali di farro, e non se ne mai rotta una. Per quello sono rimasta stupita degli spaghetti.
Sai che non so se nel naturasì dove vado io c’è la pasta dell’alce nero di farro? Devo indagare!
LaPrinci
25 maggio 2012 at 07:13Grazie Stella per la tua ricetta primaverile di ottimo effetto visivo e senz’altro gustativo.
Quando scelgo di mangiare pasta, ricado unicamente sugli spaghetti di farro integrale della prometeo, sono sublimi.
stelladisale
25 maggio 2012 at 07:29marcella mai mangiate le farfalle, guardo se ci sono da qualche parte, per cambiare…
laPrinci, ecco anche questi non so se li trovo ma adesso che me l’hai detto se per caso li vedo in giro…
(purtroppo ne trovo pochissima di pasta integrale, con pochissima scelta nei formati, se gli chiedi ti dicono che non va molto, beh, si, se non la vendi non va di sicuro! e questi sono i bio figuriamoci gli altri)
cat
25 maggio 2012 at 12:36ciao Stella, cucinato, postato, linkato!
una promessa è una promessa.
La farina di ceci la uso anche per pastellare, alla maniera indiana. Se la prepari a bagno la sera prima, metti un cucchiaio in mezzo bichiere d’acqua e la lasci in frigo, diventa ancora più digeribile. saluti golosi, il cat
I farinelli li conoscevi? se no, te ne ho insegnata un’altra ;O): provali sono più buoni degli spinaci! ma come tutte le chenopodiacee meglio non esagerare, basi.
stelladisale
25 maggio 2012 at 14:06cat, grazie! ok, se un giorno mi viene voglia di friggere ci provo, no non li conosco ma immagino siano parenti del buon enrico, che non riesco a trovare mi sa che non c’è dove vado io… forse più in alto, mah
saluti golosi
Terry
4 giugno 2012 at 13:34Io sono una che l’acacia l’ha usata solo in cose dolci, dal farci la marmellata alle frittelle classiche! …così mi hai proprio incuriosito! Proverò!
stelladisale
4 giugno 2012 at 17:31prova, terry