Un’altra ricetta che ho copiato dal mio blog, questa.
L’ho modificata ed era buonissima, mangiata col mio fast-food preferito, il seitan alla piastra, riscaldato in padella con olio, poca senape e latte vegetale.
Ma prima mi scappa una predichetta.
A salutiamoci ci sono delle cose che non sono scritte nella tabella ma che se si capisce il significato profondo dell’iniziativa lo si dovrebbe capire, che sono poco attinenti e quindi, di fatto, sconsigliate.
“La sfida è cucinare qualcosa di buono, bello e soprattutto sano. Scoprire nuovi ingredienti, approfondire la conoscenza del rapporto tra cibo e salute, affinare il gusto, evitare scorciatoie industriali, sperimentare, rispettare l’ingrediente nella sua stagionalità.”
Non si può riassumere in una tabella la complessità del cibo e neppure si possono elencare tutti i prodotti esistenti, però se si leggono le parole che da mesi accompagnano questa iniziativa e se si valuta la cosa nel complesso senza soffermarsi sul singolo ingrediente lo si capisce.
Salutiamoci è per la semplificazione, per la stagionalità, per l’autoproduzione, per i prodotti locali ed è contro i prodotti industriali. E’ per i prodotti integrali, meno manipolati possibile, è per ingredienti che non contengano a loro volta molti altri ingredienti, per una cucina che sia anche alimentazione, rispetto dell’ambiente, di animali e persone. E consapevolezza, approfondimento, impegno.
Quindi?
Quindi non usate i pomodori crudi a natale!
La stagionalità non vuol dire solo comprare quello che è a disposizione a prezzo più contenuto, vuole anche dire mangiare il cibo che ci fa bene in quel periodo, alimenti che ci aiutano nel passaggio di stagione in autunno, alimenti riscaldanti in inverno e raffreddanti in estate; la macrobiotica insegna, tutto ha un senso e un’energia e la natura ci mette a disposizione al momento giusto le cose che ci servono.
E possibilmente non usate prodotti industriali, e per industriali intendiamo anche prodotti biologici, quando sono prodotti lavorati, fatti di molteplici ingredienti, a volte anche discutibili dal punto di vista nutritivo. Se usiamo dei prodotti che a loro volta sono composti da altrii ingredienti indichiamo nella ricetta anche gli ingredienti contenuti, ma prima chiediamoci anche se è indispensabile mettere quella cosa in quella ricetta e chiediamoci anche se possiamo autoprodurlo noi, l’ingrediente industriale.
Specifichiamo sempre bene di che tipo di ingrediente si tratta.
Non scriviamo sale. Non scriviamo pane.
Scriviamo sale grigio integrale della bretagna o sale rosa dell’himalaya (il sale raffinato è vietato, a salutiamoci).
Scriviamo pane integrale fatto da me con: e indichiamo gli ingredienti. Oppure, se il pane l’abbiamo comprato, biologico o artigianale, indichiamo gli ingredienti che son scritti sempre da qualche parte, per legge.
I prodotti bio ormai si trovano ovunque a prezzi giusti. Ci sono negozi, mercatini, aziende che vendono direttamente, si può comprare qualunque cosa on-line, contattare le aziende tramite mail, ci sono i gas, se non ci sono ognuno ne può fondare uno.
E poi guardiamo al rispetto di tutti: degli animali, dell’ambiente e delle persone.
Evitiamo prodotti sottocosto, alimenti prodotti con sfruttamento, preferiamo prodotti equosolidali soprattutto quando usiamo ingredienti esotici, preferiamo prodotti di associazioni che combattono le mafie, di cooperative che fanno lavorare i carcerati e le persone svantaggiate. Puntiamo alle piccole aziende giovani e innovative che sono dappertutto e che stanno facendo il futuro di questo paese riuscendo a coniugare rispetto dell’ambiente, innovazione, qualità della vita di chi ci lavora e profitto.
Cerchiamole, ci sono, davvero.
Salutiamoci è anche questo. Secondo me.
Ma torniamo al purè. La prossima volta vi racconto dove faccio la spesa.
• 3/4 patate cotte al vapore
• 2 cucchiai di tahin di sesamo
• latte di riso q.b. (il mio era di riso basmati integrale senza zuccheri aggiunti e fairtrade*)
• limone confit
• olio d’oliva e.v.
* Tutti gli ingredienti che ho usato sono biologici. Gli ingredienti del latte di riso sono: acqua, riso integrale basmati (17%), olio di semi di girasole spremuto a freddo, alga lithothamnium calcareum, sale marino (l’alga ha lo scopo di fornire calcio in modo naturale).
Ho cotto al vapore il cavolfiore e l’ho frullato con tahin e poco latte. Le patate invece le ho schiacciate con lo schiacciapatate. Ho unito tutto e messo in pentola.
E’ rimasto un po’ grezzo, se lo preferite più vellutato passatelo con frullatore ad immersione.
Ho fatto cuocere aggiungendo latte vegetale come per fare un normale purè.
Al momento di servire ho aggiunto i limoni confit, che non sono altro che limoni tagliati a fette e messi in un vaso con del sale per dei mesi, almeno uno. Volendo si può aggiungere anche poco olio e aromi. I miei erano solo limoni e sale integrale grigio che dona ai limoni un colorito poco bello ma è più sano (ricordiamoci che il sale integrale contiene numerosi oligoelementi e non solamente cloruro di sodio come il comune sale da cucina, è sempre da preferire).
Li ho sciacquati e tagliati a pezzettini, ho aggiunto anche un cuchiaio di olio e.v.o.
Se non usate i limoni (che anche se sciacquati rimangono pur sempre salati) aggiungete al purè qualcosa che dia sapidità, sale o salsa di soia.
Elena
17 dicembre 2012 at 10:19Buona ricetta! non è facile capire profondamente uno stile di cucina che è più che altro uno stile di vita!sono d’accordo totalmente con quello che annoti…ma si impara nel giro di mesi e anni…
brii
17 dicembre 2012 at 10:41Salutiamoci è questo ..anche per me.
baciussss
ps. I looooooove il purè di cavolfiore!!!
stelladisale
17 dicembre 2012 at 11:06elena, non so se è difficile, dipende, comunque salutiamoci esiste appunto per imparare tutti insieme e non ha intenzione di finire per cui se ci vogliono mesi o anni non è un problema
brii, baciuss